Don Franco Baroni

Giovedì 16 gennaio il Comune intitola a Don Franco Baroni uno spazio pubblico a Segromigno in Monte

Don Baroni

Giovedì 16 gennaio 2014, alle ore 9, a Segromigno in Monte, paese natale di don Franco Baroni, in località Piaggiori di fronte alla scuola primaria, sarà intitolato uno spazio pubblico al sacerdote che fu cappellano nazionale dei nomadi, dei giostrai e dei circensi ai tempi dell'OASNI e fino alla sua morte avvenuta a Lucca, in ospedale, nel maggio 1985. Don Franco Baroni era nato a Piaggiori il 16 gennaio 1934.La targa, realizzata dal Comune di Capannori, sarà scoperta da Piera Baroni, sorella di don Franco. In programma una cerimonia aperta dai saluti del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, del vicario generale della Diocesi Michelangelo Giannotti, del presidente della Provincia Stefano Baccelli, del governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, del presidente del Centro Nazionale per il Volontariato onorevole Edoardo Patrianca, del vice presidente vicario del Cesvot regionale, Andrea Bicocchi. 

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Il Comune intitola a Don Franco Baroni un'area di via delle Scuole a Segromigno in Monte

Pieve di Segromigno in Monte

L’amministrazione comunale intitolerà a Don Franco Baroni l’area adibita a parcheggio situata lungo via delle Scuole a Segromigno in Monte, frazione natale del  sacerdote. Accogliendo la richiesta dell’associazione ‘Don Franco Baroni’ onlus di Lucca di intitolare al sacerdote capannorese uno spazio pubblico del paese nativo, il Comune intende dare un  riconoscimento ufficiale all’importante opera svolta da questo  religioso, prematuramente scomparso all’età di cinquant’anni, che fu il sacerdote dei nomadi del circo, spesso vittime di xenofobia in tante città italiane, favorendo la scolarizzazione e l’assistenza sanitaria di tanti bambini nati in famiglie senza fissa dimora. Don Baroni fu infatti il cappellano nazionale dell’OASNI (Opera assistenza spirituale nomadi in Italia).“Don Baroni ha svolto un ruolo importante nella  frazione dove è nato -  sostiene il sindaco, Giorgio Del Ghingaro -  e si è distinto per il forte impegno con il quale ha  portato avanti la propria attività pastorale a favore dei nomadi del circo e delle persone senza fissa dimora. Un precursore della cultura dell’accoglienza e dell’inclusione di cui oggi si parla molto, al quale va il riconoscimento dell’amministrazione, che intitolandogli uno spazio pubblico, ne vuole tramandare la memoria alle future generazioni”.

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